Ieri è stata giornata di paturnie. Diciamo
che, dopo l’esaltazione adrenalinica dovuta all’apertura di questo blog (non
l’ho ancora detto in giro... non lo sa mio marito e soprattutto mia madre!) e l’aggiunta
di un po’ di stress e stanchezza da lavoro, ci sta pure una giornata no. Ma non
è proprio così. Capita che, nella calma piatta della bonaccia, si levi
un’improvvisa folata di vento che sferza tutto con violenza. Capita che, quando
meno te lo aspetti, quello che si nasconde nel fondo delle viscere, quello che non
vogliamo vedere, la polvere sotto il tappeto dell’anima per intenderci, venga
fuori a causa di un evento apparentemente insignificante. Ebbene, ieri si è
aperto il vaso di Pandora che mi porto dentro. Ho affondato le mani nel senso
di fallimento, nella consapevolezza di non aver fatto abbastanza per
raggiungere quello che sognavo, di non aver messo a frutto tutte le mie
potenzialità, di non aver fatto il salto verso la realizzazione delle mie
aspirazioni... e potrei andare avanti così per un bel po’.
Quel che è peggio è che sono arrabbiata con
me stessa e che non mi va giù questo mio modo di essere. Lavoro e mi impegno ogni
giorno, ma non è abbastanza. Il fatto è che non credo in me fino in fondo e
questo non mi aiuta. Oppure mi nascondo dietro il senso di inadeguatezza e la paura
di non essere all’altezza, perché in realtà non ho capito quello che voglio e
quello per cui valga la pena di dare il massimo? E se invece, in effetti, non
valessi nulla?
Queste domande albergano in me da sempre.
Vivo la mia vita senza aver capito pienamente l’obiettivo che mi sono
prefissata, giro intorno senza raggiungere la meta, perché la meta è sfumata,
perché la meta si dissolve per poi ricomparire un po' più in là. Ciclicamente qualcosa
fa riaffiorare, dalle profondità in cui tento di confinarlo, tutto questo e mi
fa cadere in un più o meno lungo periodo di tristezza, sfiducia, senso di
sconfitta e di incapacità.
Bene, questo è stato il tenore dei miei
pensieri per una bella fetta della giornata di ieri. Poi per fortuna è passato,
con un po’ di autoironia, di risate e di condivisione. E la vita
continua... fino al prossimo vaso di Pandora.
Esattamente come mi sento io...
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