venerdì 31 gennaio 2014

R.

Mi hai accompagnato durante la gravidanza dei miei piccoli, hai accolto le mie paure da futura mamma, mi hai tranquillizzato, con la tua calma, la tua pacatezza, il tuo fare sereno e rassicurante. Mi hai seguito, hai visto lo sviluppo dei miei bimbi, passo a passo, li hai fatti nascere. 
Sei stato un punto fermo, una certezza, nella mia vita da donna.
Ora non ci sei più.
Non ti ho mai ringraziato, non ti ho mai detto che medico speciale fossi per me.
Non hai visto gli occhi luccicanti di Nina, non hai conosciuto Nino e i suoi pazzi riccioli biondi. Ho sempre pensato di portarteli o almeno di farti vedere una loro foto. Ho sempre rimandato. Ma ora non ci sei, non c'è più tempo.
Da quando me lo hanno detto, ormai qualche mese fa, si è aperto un vuoto dentro di me. Ti penso spesso, ogni volta che tocco quel vuoto.
Grazie, R., grazie di tutto

martedì 28 gennaio 2014

Anna

Ieri si celebrava il giorno della memoria, per non dimenticare l'orrore che l'odio dell'uomo verso un altro uomo, un altro se stesso, può causare se portato al suo limite estremo.
Ricordo i racconti di mio nonno sulla guerra e sulla prigionia, le storie di mia nonna sui bombardamenti e sulla borsa nera, ricordo la curiosità mista a spavento quando ascoltavo le loro storie. E poi film, documentari, libri.
Da ragazzina ho amato molto "il diario di Anna Frank", la sua storia, così forte, così delicata. Una giovane vita, come quella che stavo vivendo, ma sospesa. Un respiro soffocato, un vivere in punta di piedi, nel terribile tempo della guerra e del disprezzo, del dolore e del terrore. Un tempo vicino, un tempo lontano. Gli ultimi sopravvissuti portano ancora la testimonianza della loro tragica esperienza, per non dimenticare, per insegnare alle giovani generazioni quello che è stato e che non si dovrebbe mai più ripetere.
E io penso a quante stragi, genocidi e carneficine sono state compiute e si compiono nel mondo tuttora, a quanta violenza viene riversata su bambini, donne e uomini, su persone, colpevoli di appartenere a questo o a quel popolo, marchiate dall'essere nate in un paese piuttosto che in un altro.
Penso alla vita e a quanto poco possa valere in alcuni posti del mondo.
Penso a tutte le Anna Frank che non vedranno mai fiorire la propria vita.
Penso a tutti coloro i quali non conosceranno i propri figli, i propri nipoti, a chi non vedrà sorgere il sole domani, a causa dell'odio e della crudeltà dell'uomo.
Mi chiedo cosa possiamo fare per costruire un futuro in cui ci sia più rispetto tra gli uomini, più pace e meno violenza.
Cominciamo a ricordare...

giovedì 23 gennaio 2014

Prendi in mano la tua vita


Vediamo un po’ come mettere in pratica la filosofia del motto “il domani è oggi”. Almeno provarci...

Punto 1: è necessario cambiare approccio alla vita.

Se fino a oggi abbiamo soltanto pensato: “Vorrei fare..., mi piacerebbe..., desidererei...”, rimandando sempre il momento per realizzarlo per mancanza di tempo o perché c’è sempre qualcosa di più importante, da oggi l’obiettivo è farlo. Non si può guardare la propria vita scorrere, immaginando strade da percorrere, viaggi da fare, persone che si vorrebbero incontrare, desideri da realizzare, obiettivi da raggiungere e puntualmente vederli fagocitati dall’incalzare degli impegni della vita quotidiana, dai doveri, dalle richieste che arrivano dall’esterno. La vita va vissuta dando più ascolto a quello che arriva da dentro di noi, a quella vocina che dice: “Prendi un po’ di tempo per te”. La vita va vissuta, pienamente.

Punto 2: bisogna stabilire un nuovo ordine delle priorità.

Alcuni paletti restano fermi: i bambini devono arrivare a scuola in orario, anche se noi vogliamo farci la maschera anti-impurità tutte le mattine e sorseggiare una tisana detox, per prepararci al “logorio della vita moderna”; i pasti devono essere regolari e bilanciati, la spesa va fatta, così come le faccende domestiche, gli impegni presi vanno onorati e così via. Insomma, ci si deve fare spazio nella selva di doveri e trovare il tempo di infilarci quello che ci fa sentire meglio, quello che desideriamo fare per noi stessi, anche se per il mondo non è indispensabile. Quel che più conta è far avanzare nella scala delle priorità le cose relegate agli ultimi posti, riorganizzarsi per dare spazio a quello che ci piace ma che tendiamo a rimandare.

Punto 3: è necessario prendersi cura di sé.

Che sia la cura del corpo, che sia coltivare la propria interiorità oppure dare spazio a una passione sopita, è fondamentale ascoltarsi e dedicarsi un po’ più a se stessi. Sembra banale o quasi scontato, ma quanti di noi rimandano sempre in favore di altre urgenze? Prendersi cura di sé è un utile esercizio per entrare in contatto con le proprie esigenze e riequilibrare le richieste “esterne” con quelle che vengono dall’interno.

Punto 4: si deve affrontare la vita con flessibilità e positività.

Una disposizione d’animo più aperta e positiva, una maggiore leggerezza sono elementi che aiutano a vivere meglio. Risvegliamo la Pollyanna che c’è in ognuno di noi, a volte serve... a volte no. (Questo punto piacerebbe a mia madre!).



In fondo, ciascuno di noi sa cosa trascura, cosa relega, cosa rimanda. Sono proprio queste cose che devono trovare più spazio, per una maggiore soddisfazione, per volersi bene un po’ di più, per dare più respiro a una quotidianità a volte soffocante.
Bene, detto questo, il problema resto io. Riuscirò a mettere in pratica i miei buoni consigli? Quello più tosto mi sa che è far emergere la Pollyanna che è in me... non credo di averne una!
E poi, la costanza, la chiave è la costanza. Piccoli passi ma continui.

domenica 19 gennaio 2014

Chiusura

Stasera sono a pezzi. La giornata è trascorsa in un turbine, ho fatto davvero tanto e ora mi merito di chiudere degnamente. Un po' di tempo per me, qualche pensiero, una piccola sosta nel blog... se non fosse per quei piedini e quel fruscio, accompagnato da leggeri schiocchi col ciuccio, che il mio piccolo produce mentre di soppiatto mi viene a spiare. Di dormire non se ne parla. Lo metto a letto con qualche minaccia, ma poi sgattaiola per venire da me. Mi guarda arricciando il nasino, con gli occhi vispi e sorridenti, curioso di vedere la mamma al "copputer". Dopo l'ennesima e imperativa "cacciata", non riesco a non tenermelo un po' vicino, accoccolato. Lo rimetterò nel suo letto e mi tratterrò un po' per farlo addormentare... e poi si sa che mi addormenterò anch'io, arrotolata come uno scoiattolo, mi risveglierò indolenzita nel cuore della notte e magari non riuscirò più a riprender sonno... per una degna chiusura di giornata e un energico inizio di settimana.

sabato 18 gennaio 2014

Vaso di Pandora


Ieri è stata giornata di paturnie. Diciamo che, dopo l’esaltazione adrenalinica dovuta all’apertura di questo blog (non l’ho ancora detto in giro... non lo sa mio marito e soprattutto mia madre!) e l’aggiunta di un po’ di stress e stanchezza da lavoro, ci sta pure una giornata no. Ma non è proprio così. Capita che, nella calma piatta della bonaccia, si levi un’improvvisa folata di vento che sferza tutto con violenza. Capita che, quando meno te lo aspetti, quello che si nasconde nel fondo delle viscere, quello che non vogliamo vedere, la polvere sotto il tappeto dell’anima per intenderci, venga fuori a causa di un evento apparentemente insignificante. Ebbene, ieri si è aperto il vaso di Pandora che mi porto dentro. Ho affondato le mani nel senso di fallimento, nella consapevolezza di non aver fatto abbastanza per raggiungere quello che sognavo, di non aver messo a frutto tutte le mie potenzialità, di non aver fatto il salto verso la realizzazione delle mie aspirazioni... e potrei andare avanti così per un bel po’.

Quel che è peggio è che sono arrabbiata con me stessa e che non mi va giù questo mio modo di essere. Lavoro e mi impegno ogni giorno, ma non è abbastanza. Il fatto è che non credo in me fino in fondo e questo non mi aiuta. Oppure mi nascondo dietro il senso di inadeguatezza e la paura di non essere all’altezza, perché in realtà non ho capito quello che voglio e quello per cui valga la pena di dare il massimo? E se invece, in effetti, non valessi nulla?

Queste domande albergano in me da sempre. Vivo la mia vita senza aver capito pienamente l’obiettivo che mi sono prefissata, giro intorno senza raggiungere la meta, perché la meta è sfumata, perché la meta si dissolve per poi ricomparire un po' più in là. Ciclicamente qualcosa fa riaffiorare, dalle profondità in cui tento di confinarlo, tutto questo e mi fa cadere in un più o meno lungo periodo di tristezza, sfiducia, senso di sconfitta e di incapacità.

Bene, questo è stato il tenore dei miei pensieri per una bella fetta della giornata di ieri. Poi per fortuna è passato, con un po’ di autoironia, di risate e di condivisione. E la vita continua... fino al prossimo vaso di Pandora.

giovedì 16 gennaio 2014

36


Che bel numero. A pensarci, secondo la numerologia (e grazie a Wikipedia), il 3 è il numero più magico e potente, cui è associato il senso di interezza; poi c'è il 6 che è legato all'armonia e alla bellezza, alla grazia e alla capacità di comunicare con tutti. In 36 c’è il 3, il 6 e la somma delle due cifre dà 9, un numero sacro agli antichi che "rappresenta il cambiamento, l'invenzione e la crescita attraverso l'ispirazione", un numero che indica perfezione. Ora, se pensiamo anche alla Trinità, alle trilogie e al trilogy, 36 è proprio un bel numero. Non ci avevo pensato fino a stamattina. E allora lo rivaluto. 
Oggi ho compiuto 36 anni e ho deciso, ma forse è meglio dire che sento, che rappresentano una soglia per la mia vita personale. Una rinascita. Al di là del punto in cui sono arrivata, dei bilanci che oggi non ho voglia di fare e dei buoni propositi (materia da periodo fine anno - inizio anno), da ora il mio motto sarà: il domani è oggi. Orazio, il poeta latino, scriveva Carpe diem, vivi il presente senza pensare al futuro. Il senso è più o meno lo stesso, soltanto che la sfumatura è diversa. Più che cogliere l’attimo in senso stretto, magari con impulsiva e giovanile incoscienza, senza curarsi e avere ansie per il futuro, io mi dico: non guardare la tua vita scorrere, vivila; non aspettare un domani indefinito per fare quello che desideri da tempo, realizzalo o almeno provaci. Perché il futuro si costruisce nel presente. A dire il vero sono vent’anni che mi dico le stesse cose (ho cominciato presto!), ma forse è arrivato il momento di metterle in pratica.
E allora prendo in esame sogni, desideri, obiettivi e propositi di una vita, faccio una cernita e provo a realizzarli.
Quel che più conta, e che fa la differenza rispetto a quando avevo 15-20 anni, e che quindi segna il passaggio a una visione più “matura”, è che non si comincia dai grandi obiettivi esistenziali. Per quelli c’è bisogno di più tempo ed esercizio, comunque è assodato che le probabilità di insuccesso sono elevate (la statistica personale non mente). Si incomincia dalle piccole cose quotidiane, con buon senso, praticità e un pizzico di disincanto... e con la concreta possibilità di riuscirci, aumentando l’autostima e soprattutto la fiducia nel metodo...
La lista? Beh, quella la lasciamo per un altro post.

Chi ben comincia

Oggi mi faccio un regalo. Apro un blog per festeggiare il mio compleanno. E' un po' folle, non so come funziona e non sono sicura di essere tagliata... i presupposti ci sono tutti per lanciarsi in questa avventura. Era da tempo che accarezzavo l'idea di uno spazio tutto mio in cui raccontare pezzi di vita, riflettere e condividere pensieri ed emozioni. 
Vediamo se riesco a pubblicare il post inaugurale e a non cancellarlo un'altra volta...
Ah! Dimenticavo... Tanti auguri!