sabato 18 gennaio 2014

Vaso di Pandora


Ieri è stata giornata di paturnie. Diciamo che, dopo l’esaltazione adrenalinica dovuta all’apertura di questo blog (non l’ho ancora detto in giro... non lo sa mio marito e soprattutto mia madre!) e l’aggiunta di un po’ di stress e stanchezza da lavoro, ci sta pure una giornata no. Ma non è proprio così. Capita che, nella calma piatta della bonaccia, si levi un’improvvisa folata di vento che sferza tutto con violenza. Capita che, quando meno te lo aspetti, quello che si nasconde nel fondo delle viscere, quello che non vogliamo vedere, la polvere sotto il tappeto dell’anima per intenderci, venga fuori a causa di un evento apparentemente insignificante. Ebbene, ieri si è aperto il vaso di Pandora che mi porto dentro. Ho affondato le mani nel senso di fallimento, nella consapevolezza di non aver fatto abbastanza per raggiungere quello che sognavo, di non aver messo a frutto tutte le mie potenzialità, di non aver fatto il salto verso la realizzazione delle mie aspirazioni... e potrei andare avanti così per un bel po’.

Quel che è peggio è che sono arrabbiata con me stessa e che non mi va giù questo mio modo di essere. Lavoro e mi impegno ogni giorno, ma non è abbastanza. Il fatto è che non credo in me fino in fondo e questo non mi aiuta. Oppure mi nascondo dietro il senso di inadeguatezza e la paura di non essere all’altezza, perché in realtà non ho capito quello che voglio e quello per cui valga la pena di dare il massimo? E se invece, in effetti, non valessi nulla?

Queste domande albergano in me da sempre. Vivo la mia vita senza aver capito pienamente l’obiettivo che mi sono prefissata, giro intorno senza raggiungere la meta, perché la meta è sfumata, perché la meta si dissolve per poi ricomparire un po' più in là. Ciclicamente qualcosa fa riaffiorare, dalle profondità in cui tento di confinarlo, tutto questo e mi fa cadere in un più o meno lungo periodo di tristezza, sfiducia, senso di sconfitta e di incapacità.

Bene, questo è stato il tenore dei miei pensieri per una bella fetta della giornata di ieri. Poi per fortuna è passato, con un po’ di autoironia, di risate e di condivisione. E la vita continua... fino al prossimo vaso di Pandora.

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