venerdì 28 febbraio 2014

Siamo sicuri?

No, dico, siamo proprio sicuri di voler vivere una vita frenetica, sempre di corsa, inseguendo il tempo e gli impegni, senza respirare, senza pause, al ritmo incessante dettato dal mito/necessità del multitasking?
Le giornate trascorrono intense e a tratti caotiche ma spesso si arriva a sera con la sensazione di aver girato come trottole senza aver fatto chissà che, di essere andati sbattendo da un capo all'altro della città, come la pallina di un flipper. Questa settimana:

lunedì, martedì e mercoledì sono ritornata a casa alle 19 dopo aver lavorato, raccolto, lasciato, lavorato di nuovo, sbrigato faccende e raccolto i Nini con un rocambolesco vai e vieni nel traffico cittadino in tutte le fasce orarie da bollino rosso. Poi compiti fino a tardi, intermezzo cena, addormentamenti vari e puntatina di lavoro al computer. Mercoledì sono anche uscita a cena con le amiche, e quindi ho effettuato, per decenza e rispetto, una piccola opera di restauro in 15 minuti scarsi;

giovedì sveglia di buon'ora ma non abbastanza, il Marito già in viaggio per lavoro, preparativi per tutti... ritardo super e quindi niente doccia, niente trucco, i primi vestiti presi e messi. Al lavoro fino oltre le tre, ora in cui avrei dovuto essere già a prendere Nino all'asilo, poi Nina a scuola e accompagnarla a ginnastica per le 15.45, cercando intanto, di far addormentare il piccoletto nel tragitto in macchina. Digiuna, sono corsa a raccogliere la prole, ho raggiunto la palestra, lasciato Nina ma Nino ancora non dormiva. E ci credo! "Mamma ho fatto la cacca!". Ormai, porto nella mia "borsetta" (che a Mary Poppins le faccio un baffo) pannetti, salviette e ogni genere di strumento di pronto intervento, così, in mezzo alla strada, ho effettuato il cambiopanno. Alle 16.00 passate ho fatto un giretto in macchina per far appisolare Nino e ho trangugiato ai semafori rossi il tanto agognato pasto (panino salame, primosale e rucola). Gira e rigira, è arrivata l'ora di tornare a casa, fare i compiti, preparare la cena e rigovernarnare il caos estremo, per poi crollare miseramente sul divano;

oggi sarà un'altra bella giornata piena... domani comincia il weekend, il calendario è già fitto e non so ancora se riuscirò a trovare il tempo per rifiatare e ricaricare le batterie per affrontare la prossima settimana. Sicuramente no... la sveglia suonerà lunedì e a me sembrerà di aver vissuto un'unica lunga giornata cominciata ormai diversi anni fa.
P.S.
Lo so che ci sono persone, soprattutto donne, che fanno molto di più, sono molto più efficienti e che quello che a me sembra già troppo per loro è roba da poco. Le ammiro e penso che siano fatte di una pasta migliore. Comunque, la sensazione di vivere a un ritmo che non si accorda con la propria natura è fastidiosa, a tratti frustrante...
 


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