venerdì 5 dicembre 2014

La effe dov'è?

La effe, con le sue avventure e il suo sguardo curioso e attento, sul mondo e su di sé, con il suo non prendersi troppo sul serio, anche nei momenti no, la sua voglia di rinascere, i buoni propositi e una certa dose di positività, ha lasciato il posto alla pesantona dall'umor nero, quella senza energia e forza creativa, quella senza motivazione, con lo sguardo un po' perso e la voglia di fuggire, lasciare tutto, o quasi, e andare. Andare dove?
Andare a fondo oppure volare via, ma comunque andare. Perdersi, sperdersi, fluttuare.
Chiudersi in un guscio, ficcarsi in un letto, camminare a lungo, con la mente altrove, gli occhi nel mare e il cuore oppresso.
Un giorno giù e un altro su, un giorno di silenzio e uno di parole.
Pensare e essere assente, guardare e aspettare.
E poi sperare. Di ritrovare la strada, di ritrovarsi, di rinnovarsi.
Perché non vuole perdersi nel vuoto che divora, perché non vuole ritrovarsi come tanti anni fa schiacciata dal dolore, senza voce, capace soltanto di grida silenziose.
Non è più quella ragazza, è vero. 
Ora è una donna, una madre. Ha imparato ad accudire e ad accudirsi, ma a volte ne sente il peso, sente una forza che la tira e che la spinge ad abbandonarsi e ad abbandonare. 
Tutti i legami sono una zavorra, tutto in lei è in lotta.
Poi uno sguardo, una voce, un sorriso, una richiesta, un impegno e il salvagente è lì davanti, i legami diventano la salvezza.
E rinasce la speranza di ritrovare la effe che è in lei.

4 commenti:

  1. Non ho il salvagente io per disgrazia, ma le sensazioni che stai provando sono migliori delle mie...
    Morale:ti lascio il cancello aperto...l'invito è sempre valido!
    Baci!

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    1. Grazie per il cancello aperto... anche tu, se vuoi, puoi venire a scaldarti al sole del sud. Io sono qui.
      Con affetto

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  2. Capita...e capita più spesso a chi pensa troppo.
    Non ho imparato a spegnere il cervello, ma talvolta riesco a dirigere i miei pensieri su questioni che, pur impegnando la mente, non sono abbastanza importanti e profonde da farmi attorcigliare su me stessa.
    Non perderti nel labirinto dei tuoi pensieri, Effe: certi umori sono solo soste nel duro cammino della vita. Servono anche quelle, ma devono durare poco: la strada è lì che ti aspetta.
    Lo dico a te e a me.
    Buonanotte, amica mia!

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    1. Perdersi a volte serve per ritrovarsi (l'ho imparato nella vita e con un film di sergio rubini -denti-).
      A me capita che, se perdo il contatto profondo con la mia interiorità per troppo tempo, sbando, vacillo e cado. La vita quotidiana mi sostiene ma alla lunga si mangia qualche pezzo importante e io resto senza risorse per far fronte alle difficoltà, normali e in realtà gestibili, ma che diventano enormi proprio perché io sono più debole. E' una questione di prospettiva...
      Un grande abbraccio e grazie :)
      Passerà,

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